Grotte del Caglieron – Pian di Cansiglio

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vent'anni in montagna insieme

evento annullato

Federazione Italiana Escursioni

GRUPPO AMICI DELLA MONTAGNA
PIAZZOLA SUL BRENTA
DOMENICA 1 7 Novembre 2019
Grotte del Caglieron – Pian di Cansiglio

Pian del Cansiglio

Referenti: Ramona Zaharia 347 4358393 , Riccardo Lago 328 8320432

Mezzi di trasporto: Pullman (se si arriva ad un minimo di 38 partecipanti)\Mezzi propri

Partenza: ore 6.00 di fronte la sede del GAdM via Rolando, 57 – Piazzola sul Brenta

Dati tecnici: giro ad anello con dislivello di 600 metri REALI su 15 km ca, difficoltà E, durata escursione 6-7 ore (soste incluse)

Note: Necessari i bastoncini da trekking in quanto il fogliame in discesa risulta essere molto scivoloso, abbigliamento adeguato alla quota e alla stagione; obbligo di calzature adatte ai sentieri di montagna. Ricordarsi inoltre di portare l’occorrente per il momento conviviale (posate, bicchiere, piatto non usa e getta). Pranzo a sacco.

Cenni Storici: Sull’altipiano del Cansiglio si è stanziata, a partire dalla seconda metà del 1700 , una comunità di origine cimbra, proveniente dall’Altopiano di Asiago. Quattro ceppi familiari (Azzalini,Bonato, Gandin e Slaviero) si spostarono dal villaggio di Roana nella Foresta del Cansiglio quì “chiamati dall’Arsenale della Serenissima a “tagliar doghe di faggio”.
Circa l’origine e la provenienza ancora incerta di questo popolo, si dice che esso appartenesse ad una leggendaria tribù di guerrieri che popolava le rive del Mar Nero. Essi risalirono il corso del Danubio e si spostarono prima verso il Nord d‘Europa e poi, intorno al VII secolo a.C. iniziarono ad emigrare verso Sud. Qualche secolo dopo, nel 101 a.C., furono sconfitti da Mario al Campi Raudii, dopo di che trovarono rifugio in Baviera. Con l’avvento del Sacro Romano Impero, approfittando di concessioni di favore rilasciate dai vescovi conti, si spostarono nelle terre dell’Alto Adige e da queste terre, sempre per concessioni vescovili, molte famiglie si stabilirono sugli Altipiani di Asiago e su quelli veronesi dell’alta valle d’Illasi, dando origine ai sette comuni cimbri vicentini, e ai tredici comuni cimbri della Lessinia. In alcune di queste contrade (Mezzaselva, Roana, Giazza) si parla ancor oggi l’antica lingua dei padri cimbri, un idioma alto medioevale di origine germanica.
I Cimbri del Cansiglio prosperarono grazie al lavoro di boscaioli e soprattutto scatoleri (costruttori dei cosiddetti scatoi, contenitori cilindrici in legno di faggio di uso molto diffusi a quei tempi). Per barattare i loro prodotti artigianali, i Cimbri scendevano a valle lungo la vecchia strada remiera, che dai villaggi posti attorno alla Piana del Cansiglio, scendeva a Fregona attraverso Cadolten per raggiungere i paesi pedemontani del circondario. Parlavano una lingua simile a quella tedesca, per cui erano denominati come “cruck”; in realtà si trattava della lingua cimbra, una lingua nuova e sconosciuta ai vicini, che però, vuoi per i matrimoni, o per gli scambi commerciali e ancora più per la frequenza scolastica, gradualmente si smembrò fino ad estinguersi in questo secolo.

Descrizione percorso: Come prima meta della giornata, andremo a percorrere l’ itinerario delle Grotte del Caglieron, un paradiso sotterraneo nell’oasi trevigiana, alla scoperta di una meraviglia naturale nel cuore del Veneto, tra grotte, cascate e laghi artificiali. Ai piedi dell’altopiano del Cansiglio e poco distante da Vittorio Veneto, vi è un’area che è tutto un susseguirsi di cascate, grotte, corsi d’acqua. C’è persino un bacino artificiale, il lago di Madruc. Ed è qui, in questo territorio incontaminato e pieno di silenzio, che si trovano le Grotte del Caglieron, sul cui fondo scorre l’omonimo torrente. È la sua acqua, che ha per anni scavato una gola rocciosa calcarea e ha dato vita a numerose cascate, tutte affacciate sullo spettacolare orrido. Perché sono così speciali, queste grotte? Perché, accanto a quelle create dalla natura, ce ne sono altre che sono frutto dell’intervento umano. Gli abitanti del luogo, a partire dal XVI secolo, hanno iniziato a scavare la roccia per estrarre l’arenaria dalle gole e dagli argini del torrente: la pietra dolza ricavata, ancora oggi, viene impiegata per costruire stipiti e architravi. E si sono originate proprio così, le cavità, grazie a quel metodo di estrazione a blocchi.
Successivamente ci sposteremo sul pian di Cansiglio dove lasceremo i mezzi di trasporto nel parcheggio del Centro Educazione Naturalistica Casa Vallorch, poco distante dal villaggio dei Cimbri.
Caratteristica principale di questa escursione è l’immersione nella foresta, prevalentemente a faggeta. Dopo aver lasciato il villaggio Cimbro tenendo la sinistra, proseguiamo verso i sentieri “F1”, quello verso sinistra per il quale si sale, e “S” per il quale si rientra. Si segue lungamente il sentiero “F1”, il bosco di faggi è bellissimo, la camminata in leggera salita piacevolissima. Si raggiunge il fondo del vallone Vallorch per risalire l’impluvio, spesso umido e scivoloso. A metà salita si incrocia la stradina forestale del Taffarel, si prosegue ancora in salita fino a raggiungere un bivio di sentieri “F2” con l’Altavia n.6 e la TV1 Sentiero Panoramico dal Grappa al Cansiglio. Al bivio (segnali e cartelli vari) si svolta a destra ed il sentiero prosegue con leggeri saliscendi tra doline e dossi boscosi mantenendo sempre la quota, finché non si raggiunge il bivacco de la Pita. Trattandosi di un sentiero importante dovrebbe essere ben frequentato, in realtà è poco più di una traccia e occorre prestare attenzione a non smarrire la direzione ed i segnali. Culmine della traversata è il Col de la Feda (m.1.442), una specie di vallone boscoso, oltre il quale la traccia diviene più evidente e si prosegue lungamente sul fondo del largo vallone per sbucare al termine dell’area di riserva (cartello didattico) per poi proseguire per un tratturo nel vallone disboscato a pascolo per raggiungere la baracca di casera Le Prese. Superata la baracca, dopo poco si diramano a destra i sentieri “E” e “R” con la tabella “Sentiero Alpago Natura”. Conviene seguire il sentiero “E” (per l'”R” si rischia di perdersi nel bosco), dopo l’attraversamento di vallecole e doline si scende rapidamente alla sottostante strada forestale del Taffarel. La si segue verso destra fino ad un curvone dove si dirama il sentiero “S – Sentiero Alpago Natura” (su alcune carte segnato come stradina), che con una ripida e rapida discesona con un tornante ci riporta a Vallorch.

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